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lunedì 15 luglio 2013

Risposta a Bondi

Un tempo culla della civiltà ellenica, oggi Taranto è culla di Cerbero, mitologico mostro dalle fameliche e terrificanti tre teste. Ilva , Raffineria ENI, Cementir, sono queste le tre teste infernali che attanagliano la città dei due mari in un presente statico e infuturibile, nostalgico dei tempi andati

 Rosella Balestra di Donne per Taranto risponde a Bondi

Federico 4 anni ricoverato a Parma per un Medulloblastoma;
Stefano 8 anni con un sarcoma del rene in continuo viaggio da Taranto a Genova;
Antonella 4 anni ha scoperto di avere un sarcoma di edwing e sa che gli resterà poco...;
Piergiorgio 12 anni in casa con una leucemia acuta linfoblastica in attesa di trapianto;
Loredana appena nata, con tiroide e reni compromessi;
Riccardo 9 anni perennemente stanco; Luca 13 anni in continua corsa da un medico all'altro per comprendere da cosa deriva la sua tosse congenita; Marco 3 anni che non riesce ancora a camminare.... Angela 6 anni appena partita per il Gaslini... A loro e a tutti i BAMBINI di Taranto è stata strappato il DIRITTO di VIVERE... il DIRITTO di ESSERE BAMBINI... eppure NESSUNO di loro ha "MAI FUMATO".... a Bondi auguro d'incrociare per soli 5 minuti lo sguardo di uno di loro e poi di sentirsi una merda! (e scusate il francesismo!)" ...
Tramite "Segui il passeggino rosso"... (A.D.S.)

La città jonica è stata maltrattata, privata delle sue bellezze naturali, impoverita e ricattata; stuprata da una classe politica che ha permesso la costruzione del colosso siderurgico invece che favorire lo sviluppo del settore turistico. I presupposti c’erano tutti: mare cristallino, sterminate distese di sabbia, macchia mediterranea tra le più caratteristiche dell’intera Europa, paesaggi  spettacolari.  Sarebbe stata la soluzione più logica; più logica ma economicamente meno profittevole evidentemente. 
  Ettore Toscano, poeta Tarantino, ricorda vividamente il cambio che si ebbe quel maledetto 9 luglio del 1960: “Prima, i bambini che soffrivano di asma o piccoli problemi respiratori li mandavano al rione Tamburi per respirare aria fresca. Ora da qui si scappa”, rammenta commosso il poeta.
I veleni di Cerbero si sono infiltrati in ogni casa tanto da conferirle il tipico colore rosso, sui terreni agricoli e sui suoi frutti, nei corsi d’acqua e nel mare.

Nonostante ciò, le ciminiere sono sempre lì a sputare i loro fumi pestilenziali. Nessuno dice o fa nulla. La città dei due mari cade nell’oblio del menefreghismo e delle menzogne dei nostri politici e amministratori che si inchinano ad imprenditori cinici e spietati, a logiche di mercato che come vampiri succhiano sangue ad innocenti vittime predestinate.
Migliaia e migliaia di operai, tra i quali tanti amici, sono in cassa integrazione e molti ci andranno nei prossimi giorni (circa 6500 a partire da marzo). Al dramma si aggiunge un altro dramma: un dramma sociale che mette in ginocchio migliaia e migliaia di famiglie che dall’Ilva traevano il proprio sostentamento.  La storia va avanti da oltre 50 anni ma Taranto scompare, diventa invisibile, sparisce dai TG, sparisce dai giornali sparisce perfino dalle carte geografiche. 
 




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